mercoledì 20 giugno 2012

where's the crab?


ecco. ogni anno è la stessa storia.
all'inizio quasi non te ne accorgi. poi invece.

all'inizio arrivano da soli, o in piccoli gruppi, piazzano la loro roba un po' qua e un po' là, in colonie separate, dividono lo spazio in rettangoli colorati, e se lo prendono: lo abitano per un po', ci si rotolano, lo tengono d'occhio quando sono in acqua, poi ci tornano, si crogiolano su e giù ancora qualche volta, poi prendono tutto e se ne vanno, strascicando il passo, cotti e rilassati.

il giorno dopo ritornano. sono un po' di più.
poi ancora. sempre più numerosi.
le colonie progressivamente si espandono e si avvicinano, percettibili conquiste di scoglio libero, finché si crea un unico grande brulicante chiassoso insediamento di rettangoli colorati e montagne di oggetti di ogni genere - di gomma o plastica, per lo più.
a quel punto però io non ci sono già più, me ne sto lontano, all'ombra e all'asciutto, nascosto, finché non passa la baraonda, e se oso mettere fuori le chele è solo per un attimo, una corsetta ansiosa verso il prossimo rifugio, e poi basta, si aspetta che passi, si aspetta l'autunno.

ma adesso è ancora presto. me ne sto qui ancora un pochino, a difendere il mio buchetto in pieno sole, a fare le bolle nell'acqua fresca e pura, prima che la soffochi l'odiosa patina di olio profumato. me ne sto qui e resisto, ché tra giugno e settembre in fondo ci sono solo due mesi di delirio.






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